Trump e il Referendum

Alla vigilia del voto referendario in Italia, il mondo si è sorpreso della vittoria alle elezioni presidenziali americane del miliardario Trump. Tutti i commentatori si interrogano ancora sulle ragioni di questo risultato che avrà certamente ripercussioni nel complicato panorama internazionale. Le elite della comunicazione non si spiegano come sia stato possibile che la maggioranza degli elettori abbia dato fiducia ad un uomo il cui programma elettorale è stato definito “istintivo” e quindi, per sua stessa natura, privo di una direzione prevedibile. I sondaggi non avevano ipotizzato questo risultato, ma con una tensione incontrollabile i giornalisti main stream continuano a farvi riferimento, dimostrando una scarsa capacità di analisi critica.

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People Mover, continua la vergogna

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Sono sempre più inquietanti i dati che emergono dal processo in corso per abuso d’ufficio e turbativa d’asta nel bando del People Mover che vede a processo i vertici di Ccc, dirigenti del Comune e l’ex presidente dell’Atc Francesco Sutti.

Durante l’ultima udienza del processo, svoltosi non più tardi del 20 maggio scorso è emerso chiaramente dall’interrogatorio del nostro avvocato di parte civile che consulenti del Comune di Bologna che hanno curato il bando del People Mover - un nome per tutti Marco Serifio - nello stesso periodo avevano contemporaneamente un incarico renumerato per CCC, la ditta costruttrice del People Mover.

Dal verbale del processo è anche evidente come l’ingegner Rita Finzi , direttore tecnico di Ccc, abbia più volte dichiarato cose diametralmente opposte a quelle rese durante le indagini preliminari mentre l’ex assessore alla Mobilità Zamboni (Giunta Cofferati) si è trincerato dietro parole arroganti al limite dell’oltraggio.
Questa è l’onesta con cui siamo stati governati finora dai governi del Pd.

Ieri il Comitato No People Mover ha affisso questo manifesto che segnala, in via Terracini angolo via Zanardi, che a 500 metri ci sono i cantieri del People Mover e informa i cittadini di cosa si tratta: un’opera dannosa e inutile: 130 milioni di euro pagati dai bolognesi e destinati a finire nei rifiuti. Nell’ultima udienza del processo è stato detto chiaramente dagli esperti interpellati che non essendo mai stato costruito un People Mover come questo, si saprà solo ad opera terminata se potrà essere omologato. In caso contrario avremo un nuovo scandalo come quello del Civis: soldi pubblici e anni sprecati e una città stravolta da opere accessorie completamente inutili.

Dalle testimonianze dei testi in aula è apparso chiaro che il People mover che verrà costruito è tecnologicamente poco avanzato e poco capiente. I concorrenti dei vincitori del bando avevano proposto un’opera più costosa ma più grande e già sperimentata in altre città. Il Comune ha preferito andare al risparmio a scapito dell’efficienza del mezzo che sarà poco avanzato e poco capiente. Uno dei testi, un perito ingegnere della Procura, chiamato a valutare la sicurezza dell’opera, ha detto chiaramente che il People mover che verrà costruito da Ccc ha le uscite di sicurezza che confondono i passeggeri e nessun tipo possibile di espansione.

Il People mover, in più, non sarà mai in grado di trasportare 50 persone più le valigie. Il Piano economico finanziario si basa quindi su dati e numeri errati.
Ci saranno altre udienze, altri testi verranno ascoltati mentre la prescrizione si avvicina e chi è imputato sta per farla franca. Sullo sfondo, una stazione del Servizio ferroviario metropolitano, in aereoporto, che aspetta solo di essere terminata e che rende inutile qualsiasi progetto di People Mover.

Noi non lo permetteremo!

Le mie idee

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CI SONO DIVERSI MODI DI FARE POLITICA

La forma che ho dato da sempre al mio agire politico è fatta di impegno quotidiano e di progetti che hanno contribuito alla creazione di una Bologna come luogo di inclusione, di sostenibilità, di emancipazione.

Un luogo dove lo spazio per le differenze, le minoranze, le fragilità occupi la stessa cubatura della città più veloce

Bologna ha tante esigenze e molte carenze, alcune si percepiscono immediatamente, le sperimentiamo nelle attività quotidiane, altre sono necessità più nascoste, fatte di fragilità e difficoltà di tante persone. Intercettare e capire quelle esigenze e quelle difficoltà è la misura dell’agire politico in cui credo e che si esplica nella costruzione di progetti concreti.

A Bologna le misure di eccellenza e innovazione sono state molteplici in un passato in cui le esigenze delle persone che la abitavano erano poste al centro e i servizi erano di conseguenza pensati intorno ad esse. Gli attori locali più illuminati e responsabili,individualmente o collettivamente, dovrebbero ancora cercare di usare i poteri, la creatività e le loro capacità per proporre miglioramenti nel territorio, per creare comunità attraenti, prospere e sicure, luoghi in cui la gente vuole vivere e dove l’obiettivo di abbattere le disuguaglianze procede di pari passo con la crescita e la sicurezza.

Le città si percepiscono attraenti, prospere e sicure solamente se i disagi si colmano e la forbice sociale si stringe.


L’IMPEGNO IN CITTÀ, L’IMPEGNO IN CONSIGLIO COMUNALE

Nessun politico o amministratore locale dotato di buon senso può pensare di avere una visione totale e competenze dell’immensa mole di problematiche che affliggono la città, di conoscere tutto di essa e sapere quale sia la via migliore per averne cura. Ma può porre come punto centrale della propria investitura quellodi ascoltare e traghettare all’interno dell’amministrazione comunale un pensiero che arriva dalla società.

Questo è il primo obiettivo della mia candidatura. L’attenzione ai problemi delle cittadine/i e la loro partecipazione attiva, sono talmente pregnanti da diventare obiettivi imprescindibili del mio percorso personale.

PARTECIPAZIONE E RAPPRESENTANZA: IL POTERE DEI CITTADINI

In questi anni all'insegna della democrazia d'investitura, ha prevalso l'idea che la sovranità popolare si risolva nel momento elettorale, lasciando poi i cittadini muti e inerti per cinque anni, durante i quali la sola voce che conta è quella dei soggetti investiti di potere. La mia visione di rappresentanza invece è altra e non può essere circoscritta al solo rapporto elettore-eletto, poiché tutti i progetti in cui si investono energie e risorse, se partecipati, contribuiscono al controllo del rappresentante e ne condizionano l'operato.

Il consiglio comunale è composto di regole, ha le sue procedure, le normative e le prassi ma considero la partecipazione, la collaborazione e l’ascolto ingredienti altrettanto indispensabili.

La rappresentazione del civismo

Non c’è dubbio che il sintomo più allarmante da rilevare sia il forte astensionismo, un ritrarsi continuo della partecipazione alle decisioni collettive.

Il civismo prende forma reale esercitandosi continuamente attraverso tutti i canali di partecipazione e non solo nel gesto di attribuizione d un voto elettorale. L’associarsi per risolvere problemi collettivi ha un significato civico e politico: è il valore aggiunto che mette in movimento quel carico di qualità che deve contaminare le politiche anche attraverso le cariche istituzionali.

Scegliere di candidarsi in una formazione composta da tante sensibilità molto differenti tra loro ha molto a che fare con la convinzione che la cooperazione di più intelligenze ed esperienze con diverse forme e formazioni, possa raccogliere e leggere meglio le complesse sensibilità cittadine per restituirne una visione organica.

Il programma di Coalizione Civica, declinato a più mani, rappresenta una sintesi importante e un punto di partenza per un percorso di inclusione a tutti i livelli.


I TEMI CARI

Nessuno è in grado di essere competente su tutte le tematiche che contiene il programma. L’impegno civico e politico che ho portato avanti finora ha alcune precise connotazioni progettuali sulla mobilità, sull’ambiente, sull'inclusione sociale e su un modo nuovo di intendere la Politica, lontana dagli interessi di parte e unicamente rivolta al perseguimento del Bene Comune.

Mi piace pensare che un consigliere possa, nel suo mandato, raccogliere ed essere testimone di proposte e modalità differenti. A partire dai temi cari che incidono sulla vita quotidiana e che non è possibile fare a meno di vedere e respirare.


LA SITUAZIONE FEMMINILE: L'ESIGENZA DELLA DOPPIA SOVRANITÀ

Partendo dalla mia prospettiva familiare, da sempre ho osservato come le donne vivano sulla loro pelle un sovraccarico di lavoro e di responsabilità che gli uomini troppo spesso non rispettano e non riconoscono.

Le donne sono le prime vittime della crisi e del taglio del welfare,delle gabbie in cui le si chiude, della disoccupazione, della differenza di retribuzioni.

In quest'ottica l'amministrazione comunale non supporta e non risponde in modo efficace ai disagi che derivano della fatica di conciliare la vita privata con il lavoro: l’accesso ai nidi e alle scuole d'infanzia pubbliche risulta sempre più critico.

Quando si parla di sicurezza della donna sulla base della sua condizione femminile, è facile declinare il tutto in termini di protezione dalla violenza e dall'abuso. Questi sono aspetti importanti e fondamentali, ma inquadrano solo parzialmente il problema. Non occorre perseguire solo la ricerca della salvaguardia fisica e sessuale, è necessario contribuire alla sicurezza sociale, economica e morale.

Si ritiene che il welfare debba rispondere alle trasformazioni avvenute nel tempo in relazione ai bisogni partendo dalle differenze e da una definizione di identità di genere.


LA CASA

Voglio che tutti abbiano diritto alla casa. Non ci si deve occupare di emergenza abitativa solo in occasione dei ricorrenti sgomberi eseguiti dal Comune e dalla Procura. Si deve sapere che, in questi anni, nelle occupazioni degli immobili abbandonati, ha trovato rifugio chi non ha un tetto ed è stato lasciato solo dalle istituzioni. In pochi sanno che le occupazioni hanno supplito alle mancanze del Comune di Bologna nell'affrontare l'emergenza abitativa. La Giunta non è stata in grado di aumentare il numero delle assegnazioni delle case popolari.

  • L’amministrazione di Virginio Merola non ha mai fatto un censimento del patrimonio immobiliare in suo possesso: va fatto al più presto.
  • Gli immobili del Comune sfitti da anni DEVONO essere assegnati a chi non ha casa. Lo stesso va fatto con le aree demaniali dismesse che non devono essere vendute, come già è stato fatto, ai privati. Va fatto un Piano strategico vero di riqualificazione urbana che preveda la liberazione di queste aree abbandonate e degradate.
  • Bisogna cambiare le regole di assegnazione delle case Erp: vanno assegnate anche tutte le case che necessitano di sistemazione a chi è in graduatoria e si offre di sistemarle. Il costo della ristrutturazione sarà scalato dagli affitti successivi.

Dopo aver preso tutti questi provvedimenti, se ancora non sarà finita l’emergenza abitativa, bisogna cercare in tutti i modi di disincentivare l’esistenza di IMMENSI patrimoni privati abbandonati e sfitti, insistendo perché i privati ne concedano la locazione stringendo un rapporto fiduciario col Comune

L’ASSOCIAZIONISMO

Occorre al più presto un nuovo patto fra amministrazione pubblica e associazionismo. Voglio un Comune che sostenga le associazioni e che consideri una fortuna - non un ostacolo, come fa l’amministrazione di Merola– la loro capacità di proposta, di autogestione e la loro generosa disponibilità nel contribuire attivamente alla vita della nostra città nel mettersi al servizio dei cittadini.

Voglio un Comune che si metta in ascolto delle idee e delle riflessioni delle associazioni e che si impegni nel costruire relazioni cooperative concrete.

Sono contrario allo smatellamento del registro delle Libere Forme Associative.


L’
URBANISTICA

  • Bisogna fermare il consumo di suolo.
  • Occorre poi una visione urbanistica che sia strettamente integrata ai servizi che la città può offrire.Lo sviluppo della città deve basarsi sulla riqualificazione degli edifici già esistenti, in particolare delle strutture che sorgono attorno al Servizio Ferroviario Metropolitano che dovrà essere l’arteria centrale del trasporto pubblico della città metropolitana.
  • Bisogna riportare al centro le periferie:tra centro e periferie vanno abbattute le barriere esistenti, di ogni genere. La città deve essere policentrica. All’interno dei quartieri periferici vanno create aree pedonalizzate che ricalchino il modello centro storico, con centri di aggregazione e cultura. Vanno organizzate iniziative e festival che promuovano la socialità e la sicurezza perché le strade più sicure sono quelle occupate dai cittadini. Non a caso le notti bianche e le chiusure al traffico in città hanno riscosso un grande successo.

LA MOBILITA’

  • E’ prioritario completare il Sistema Ferroviario Metropolitano (SFM) con l'obiettivo di terminare la costruzione di tutte le stazioni in città, compresa la stazione Aeroporto, così come era stata concepita prima dell'arrivo del progetto People Mover. Bisogna introdurre il cadenzamento ogni 15 minuti dei treni e ripristinare le linee passanti per la Stazione Centrale.
  • Sviluppo dell'intermodalità treno-bici. A tutti i cittadini dell'area metropolitana deve essere garantito lo spostamento con la propria bicicletta sul treno permettendo così tragitti molto lunghi con l'effetto di ridurre il traffico veicolare, migliorare la salute grazie al movimento e ridurre l'inquinamento.
  • Blocco dei cantieri del People Mover e stop agli appalti assegnati a cooperative che in questi anni hanno creato danni erariali al Comune come la CCC.
  • Piano partecipato per la pedonalizzazione del centro storico
  • Valorizzazione del grande lavoro svolto dalla Consulta della Bicicletta
  • Stop al progetto di allargamento della tangenziale finché non sia stato completato il SFM e sia stata fatta un'analisi seria dei flussi di traffico previsti dopo il completamento di quell'opera.


L’IMMIGRAZIONE

Il modello di accoglienza bolognese segue quello fallimentare nazionale perché non produce risultati proporzionali all'impegno di capitale umano e finanziario investito. L'esempio romano del “si fanno più soldi con gli immigrati che con la droga” lo si vive anche a Bologna.

Ho seguito personalmente il progetto “Per una vita degna dopo la guerra”, ovvero l’autogestione di uno spazio pubblico abbandonato, le ex scuole Merlani a Monte Donato, che rappresenta un paradigma da seguire nella gestione dell’accoglienza nell'ottica dell'inclusione sociale.

L’inclusione più efficace infatti passa attraverso l’autogestione e la responsabilizzazione dei migranti. E' da rifiutare il modello puramente assistenziale che nutre le cooperative, ma non risolve i problemi.

Il modello delle scuole Merlani ha dato migliori risultati a costo ZERO per le casse pubbliche!


IL WELFARE

Il welfare riguarda la qualità della nostra vita.

Vogliamo favorire la crescita di un nuovo welfare che, rilanciando la centralità del pubblico a tutela di un’equa ripartizione di costi e prestazioni, favorisca e accompagni tutte le forme di cittadinanza attiva prodotte dal basso, riconoscendone il valore sociale, culturale ed economico.

I Servizi Sociali Territoriali devono rimanere in capo all’Amministrazione Comunale e non devono essere esternalizzati all’ASP o sub-appaltati a una miriade di cooperative che ottengono l’incarico attraverso appalti al massimo ribasso. Bisogna fermare immediatamente l’esternalizzazione selvaggia e senza criterio che ha perseguito l’amministrazione di Merola in questi 5 anni generando soltanto deterioramento della qualità dei servizi e sfruttamento degli operatori sociali.

Occorre promuovere azioni per un ambiente più salubre, per una protezione sociale lungo tutto l’arco della vita, per la sicurezza sul posto di lavoro, per salari adeguati e occorre adottare misure come il reddito minimo di cittadinanza.


LA SCUOLA

L’impegno per la scuola pubblica, il miglioramento della scolarità, il contrasto attivo alla dispersione scolastica o il reddito minimo sono misure che hanno un impatto preventivo e positivo e costituiscono importanti fattori di protezione anche dal punto di vista della salute.

E' mia intenzione dare conseguenza pratica a questi punti:

- È indispensabile riaffermare e salvaguardare il carattere pubblico della scuola dell’infanzia comunale perciò è necessario il pieno rispetto della consultazione referendaria attraverso la quale i cittadini bolognesi si sono espressi per l’eliminazione dei contributi comunali alle scuole private/paritarie. Si deve innanzitutto riportare a una cadenzaannuale la convenzione con le scuole private - che è stata portata a 4 anni in prossimità del referendum da questa amministrazione - per poi calarne progressivamente l’importo a loro erogato e per destinarlo interamente alle scuole pubbliche.

- Libri gratuiti per la scuola pubblica e per gli studenti di ogni ordine e grado.

- Educazione sentimentale sessuale e alle diversità con progetti dedicati.

- Azzeramento delle graduatorie di accesso attraverso l’offerta pubblica a tutte le bambine e i bambini che ne faranno richiesta.

- Libero accesso ai musei e ai teatri per gli studenti di ogni ordine e grado

- Valorizzazione delle esperienze didattiche di insegnanti ed educatori

- Riconoscimento delle diverse professionalità e del patrimonio scolastico come luogo e laboratorio di vita.

- Applicazione, nella scuola, di contratti nazionali di categoria conformi al ruolo professionale esercitato e stipulazione di accordi che conducano progressivamente all’equiparazione economica rispetto ai dipendenti comunali con qualifiche equivalenti.

Le provocazioni di Salvini

Apprendo dalla stampa che il leghista Matteo Salvini ha ottenuto dalla Questura, per il 2 giugno, Piazza Verdi, per fare campagna elettorale a Lucia Borgonzoni. In piena zona universitaria. Lo scontro tra contestatori e polizia è annunciato ed è quello che Salvini vuole. Continua con le sue provocazioni perché spera di arginare la diaspora di voti verso Manes Bernardini. Non hanno speranze di arrivare al ballottaggio e tentano il tutto per tutto. Sono disperati, allo sbaraglio, e la Borgonzoni dovrebbe dimostrare più autonomia se avesse idee buone, il problema è che non ne ha.

Grave anche che la Questura abbia concesso la piazza a Salvini, creando tutte le condizioni per il verificarsi di scontri e costringendo da 100 a 200 unità di polizia a presidiare la piazza mentre sarebbero di certo più utili altrove.

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